siete favorevoli all'eutanasia

sabato 19 luglio 2008

martedì 1 luglio 2008

Autolesionismo






L'autolesionismo si sa e una patologia.

Ci sono 3 tipi di autolesionismo ma la più comune è l'auto mutilazione superficiale che di solito comprende tagliarsi, bruciarsi, strapparsi i capelli, fratturarsi un osso, urtare, impedire che una ferita rimargini e fondamentalmente ogni altro metodo usato per ferirsi.







per chi si chiede il perchè del fatto che si pratichi ciò,rispondo che e difficile dirlo dato che ogni persona ha il proprio motivo,ci si può ferire anche x scaricare lo stress infatti il dolore fisico quieta lo stress proprio perchè nn si pensa più al dolore interiore ma quello esteriore che e più facile da gestire.






ora mi chiedo e forse neanche me lo chiedo perchè sono sicura della risposta infatti secondo me lo si fa anche per sentirsi vivi perchè infondo chi si taglia nn si sta cercando di suicidare ma forse di sentirsi semplicemente vivo....








Forse Keiko Suenobu prima con vitamin poi con life(vivere per vivere) e stata l'unica fumettista ad affrontare un argomento così delicato infatti life oltre a parlare dell'autolesionismo parla anche del bullismo e le violenze a scuola.

Nel maggio 2006 vince il 30th Kondansha Manga Awards che gareggiava nella categoria shoujo manga.



(per chi fosse interessato a questo manga dico anche che c'è il telefilm composto se nn sbaglio da 11 episodi ovviamente secondo me il migliore è il fumetto anche perchè nel telefilm sono state modificate alcune cose)



sabato 28 giugno 2008

foto stupende





chi sono le drag kings e le drag queen e quali sn le difficoltà della preparazione





















Le drag kings sono donne travestite da uomini che interpretano personaggi maschile famosi oppure semplici stereotipi maschili spesso scelgono di interpretare un modello maschile omosessuale. A differenza delle drag queen che prevalentemente si esibiscono da soliste le drag kings invece formano più spesso bands con cui si esibiscono sul palco.




La preparazione e lunga e infatti richiede la massima attenzione ai dettagli per confondere gli sguardi dello spettatore,le cose da modificare sono moltissime:il seno,i fianchi le mascelle la barba e dulcisinfundo gli attributi.




Per nascondere il seno basta usare una semplice fascia elastica molto resistente che si deve applicare strettissima sul seno per fare sembrare il seno un muscolo pettorale ovviamente all'inizio fa male ma poi ci si abbitua la barba può essere realizzata con i propri capelli sminuzzati e poi attaccati in viso con il mastice teatrale mentre per quanto riguarda i capelli la maggior parte delle drag kings porta i capelli corti ma si possono usare anche varie parucche in cui basta semplicemente raccogliersi i capelli mentre per gli attributi e semplice basta riempire un semplice condom di ovatta oppure si possono utilizzare delle protesi che si possono trovare nei sexy shop.




Le drag queen sono uomini che si travestono da donne solitamente gli abiti indossati sono esagerati infatti tendono ad avere effetti comici,dramatici oppure satirici.


Esistono vari tipi di drag queen infatti alcune di esse si ispirano all'estetica camp con vestiti e parucche kitsch coloratissimi ed estrosi.Altre invece preferiscono impersonare donne elegantissime e raffinate e vestono perciò i panni di duchesse e pricipesse di secoli passati. Vi sono poi delle drag queen che scelgono di specializzarsi nell'imitare una o più star soprattutto del mondo del cinema o della musica pop. Esse si travestono da Madonna, Marylin Monroe,Ornella Vanoni,Britney Spears,cercando di essere il più simili possibile al modello da cui traggono ispirazione.


La preparazione delle drag queen e meno complicata di quelle delle drags king anche se comunque ci sn magari difficoltà per il trucco infatti se si vuole un trucco fatto bene ci si può impiegare anche un'ora e poi bisogna stare attenti perchè il trucco deve essere abinato con il vestito,per i vestiti si può comprarli oppure farli fare su misura






martedì 24 giugno 2008

Notizie ASSURDE ma vere XD

Vi posto alcune notizie che ho preso da un sito (secondo me le più interessanti)veramente assurde a cui neanche io volevo credere ma a quanto pare sn assolutamente vere.....

A LETTO COL MORTO
IRVINE, Scozia - Non riuscendo a rassegnarsi alla perdita dell'amato, la vedova 24enne Michelle Bell ha deciso di farsi confezionare un cuscino nel quale saranno contenute le ceneri del defunto, fu Marc Ramkissoon. In tal modo potrà continuare a dormirci assieme e stringerlo a sé proprio come quando ancora era in vita. L'unico problema è che Michelle non trova nessuno disposto a realizzare l'insolita urna. "Ogni volta che mi rivolgo a un sarto per commissionare il lavoro non vengo presa sul serio", ha detto la giovane affranta. A quanto pare l'idea le sarebbe stata ispirata dalla cantante Courtney Love, che dopo la morte del marito Curt Cobain - del quale peraltro Marc era un fan - ha riempito con le sue ceneri l'orsacchiotto di pelouche con cui va a dormire.

A LETTO COL MORTO IL CONTINUO..
SYDNEY – Il dramma di una 26enne americana, Sandi Canseco, rimasta vedova del suo primo e unico amore, l’ha sconvolta a tal punto da non darle pace. Non sapendosi rassegnare all’improvvisa e dolorosa assenza dell’amato, ha cercato un modo per tenere comunque a sé il caro marito. Avrebbe potuto mettersi una bella fotografia nel portafoglio, oppure indossare quelli che un tempo erano i suoi maglioni. Ma la poveretta ha trovato una soluzione decisamente molto più… “originale”, prendendo probabilmente spunto da un’altra vedova - la scozzese Michelle Bell - che nello scorso giugno, come raccontato da Trash.it!, aveva fatto parlare di sé per essersi fatta confezionare un cuscino all’interno del quale erano contenute le ceneri del marito. La giovane Sandi infatti si è fatta inserire le ceneri del defunto direttamente nel seno, all’interno delle protesi al silicone, in modo da averlo per sempre vicino al proprio cuore. Per amore questo e altro.

FANNO L'AMORE SUL PRATO :INVESTITI DA UN TRATTORE
PRAGA, Repubblica Ceca - Si erano andati a imboscare in un campo isolato alla periferia del paese di Brnicko. Ma proprio sul più bello, sono stati investiti da un trattore. Il mezzo agricolo è letteralmente passato sui loro corpi, dato che il conducente non si era semplicemente accorto della presenza dei due amanti, e tantomeno loro di lui. La storia è saltata fuori a distanza di settimane dall'incidente, grazie all'assicurazione che sta investigando sull'origine delle lesioni al torace della donna e sul fondoschiena dell'uomo.

SPOSA UNA STATUA
Certo, al marito non potrà gridare, nel bel mezzo di una lite: non alzi mai un dito in casa! O insulti peggiori, quali: faccia di bronzo! e via dicendo. Però magari per alcuni aspetti potrebbe anche essere una scelta oculata, quella di una giovane indiana che ha appena sposato una statua. La donna, di 21 anni, ha convinto il padre a comprarle una statua di Krishna dopo averla vista nella vetrina di un negozio a Mathura. La donna, che si chiama Premlata e abita nel villaggio di Kadaura, ha successivamente convinto i genitori a lasciarle sposare la statua. Il padre Shaligram e la madre Laxmidevi all’inizio avevano rifiutato l’idea, ma alla fine, di fronte alle insistenze della figlia, si sono arresi. Pramlata ha dunque sposato la sua statua durante una cerimonia di cinque ore che si è conclusa con l’accensione di un falò sacro. Auguri.

MI TRADISCI?TI STRAPPO I PELI
Suona come una minaccia cattiva ma mai realizzabile, invece è accaduto davvero, in Indonesia, che un fidanzato geloso abbia strappato tutti i peli pubici della sua ragazza, pazzo dalla gelosia. L'uomo, 33 anni, era entrato nell'appartamento della ragazza (28 anni) e non l'aveva trovata a casa. Pensando subito che lei fosse in giro con un potenziale amante, appena lei è tornata a casa ha subito l'assalto dell'estirpatore pazzo. L'uomo ha assalito la sua donna e le ha strappato tutti i peli pubici, per vendicare il suo orgoglio ferito. La vittima ha poi denunciato il fidanzato focoso.

lunedì 23 giugno 2008

le ragioni del suicidio......


Le ragioni del suicidio possono essere tante ....Infondo chi di noi almeno una volta nella vita nn ha pensato di farla finita,però purtroppo alcuni hanno realizzato questo progetto....Mi sono sempre domanda se chi comette quest'atto fosse egoista nn pensando quanto avrebbe fatto soffrire le persone care ma infondo noi essere umani per natura siamo egoisti.. quando ho letto queste lettere sono rimasta scioccata una persona può arrivare a tanto perchè magari descriminata dagli altri oppure perchè magari nn si trova bene con se stesso??e come se fossero in una strada buia ma nn riescono trovare neanche un minimo di spiraglio di luce....

sono d'accordo con la frase nn c'entra l'etita del problema ma come lo si affronta ma io credo anche che chi arriva a ciò sia una persona debole e forse un pò li disprezzo perchè c'è tanta gente che lotta ogni giorno per vivere...mentre loro sprecano la loro vita così??


VI POSTO UN ARTICOLO CHE RACCONTA UN GESTO ESTREMO

(che credo vi indurrà a riflettere molto seriamente)


Il 13 gennaio del 1998 Alfredo Ormando, un trentanovenne siciliano, nativo di San Cataldo (Caltanissetta), un omosessuale con aspirazioni e velleità di scrittore si brucia vivo in San Pietro a Roma, cospargendosi di benzina e dandosi fuoco con un accendino. Soccorso da un poliziotto, che cercherà con la giacca della sua divisa di spegnergli le fiamme di dosso, Ormando morirà in ospedale dopo 9 giorni di agonia. Il suo non è un gesto di un folle, al contrario è un gesto lucido, consapevole, calcolato, preparato in tutti i suoi minimi dettagli. È un gesto inaudito, mai tentato prima, di protesta estrema contro il Vaticano. Quella che, pertanto, qui proponiamo non è un'interpretazione dei fatti realmente, storicamente accaduti e riportati nelle pagine di cronaca dei quotidiani nazionali. È l'esposizione nuda e cruda del dramma esistenziale di un “irregolare”, dramma divampato in tutta la sua virulenza a causa di un'esistenza vissuta nell'inferno quotidiano di una cocente emarginazione. Dalla maledizione, dalla dannazione di questa emarginazione, dal cuore di una sconfinata solitudine ci giungono le ultime e disperate lettere di Alfredo Ormando, destinate dall'autore ai posteri, e di cui pubblichiamo stralci dai toni alquanto toccanti e dolorosi. Nella pubblicazione dei brani scelti da queste missive abbiamo deliberatamente omesso tutti i nomi di amici, amanti e parenti di Ormando. Palermo, 11 novembre 1997 Carissimo (amico), scrivo un’altra lettera ad uso e consumo dei posteri... (1). Ho deciso di farla finita con la vita, ogni illusione di riscattarmi attraverso i miei scritti è crollata. Sono stufo di vedermi isolato, emarginato. Che vale vivere quando non si è amati e rispettati. Ho l'amore materno e quello di «Y» è vero, ma ciò non copre l'ostracismo della gente e persino dei familiari. È troppo, non riesco più a trovare un motivo valido per dare un senso alla mia vita, magari un appiglio tenue, banale... Mi sento un appestato, un lebbroso con i suoi campanelli legati ai piedi per avvisare la gente di stare lontana da me. Mi chiedo se un uomo già morto può essere considerato un suicida... Perché devo vivere? Non trovo una sola ragione perché io debba continuare questo supplizio... Sto meditando di trascorrere il Natale a Palermo con la mamma e «Y», a gennaio di andare a Roma e di darmi fuoco a Piazza San Pietro ... ma sarò ancora di questo parere? Eppure ci sono meno di due mesi, finalmente potrò cominciare a vivere, perché morire è vivere... Quei pochi minuti di sofferenza saranno ripagati con la cessazione di tutti i dispiaceri, di tutti i dissapori. Nell'aldilà a nessuno farò drizzare i capelli ed arricciare il nasino perché sono un omosessuale. Non capisco perché alla gente preme molto ricordarmi che sono gay. Io lo so che sono gay ed ho una buona memoria ed una buona conoscenza di me. Perché allora ripetermi e ribadirmi che sono un finocchio? Non capisco questo accanimento contro di me. Non svio nessuno dalla retta via dell'eterosessualità. Chi viene a letto con me è maturo, adulto, consenziente e omosessuale o bisessuale. Voglio tanto farla finita: spero infine di riuscire al più presto possibile. Palermo, 27 novembre 1997 Carissimo (amico), questa volta faccio sul serio. Se prima trovavo molti motivi per vivere, adesso ne trovo altrettanti per smettere. Sono arrivato al capolinea, il mio ciclo vitale sta per concludersi, lo sento inevitabilmente. Ormai sono entrato nel tunnel della morte dove l'unica via d'uscita è Piazza San Pietro... Mi rendo conto che il suicidio è una forma di ribellione a Dio, ma non riesco più a vivere; in verità sono già morto. Sono impaziente di andare a Roma e lì lasciare una vita che per me è stata sempre una condanna. Palermo, 8 dicembre 1997 Carissimo (amico), tra venerdì sera e sabato pomeriggio ho distrutto tutte le foto che mi ritraevano, ho distrutto i negativi e tagliuzzato quelle di gruppo, togliendo la mia immagine. Non mi è rimasta neppure una foto, soltanto quella della patente e dell'abbonamento del bus cittadino. È come se non fossi mai esistito. Purtroppo i ricordi rimangono archiviati in un oscuro meandro del mio cervello e quelli non li posso davvero strappare e tagliuzzare come ho fatto con le foto. Non voglio che questo mendace materiale mi sopravviva. A chi può mai interessare vedere la mia faccia da imbecille? Forse non sono stato umiliato abbastanza da vivo per continuare ad essere oggetto di scherno anche da morto? Con la scusa di sistemare le foto anche di «Y» ho distrutto pure le sue, salvando quelle che lo ritraevano da solo ed eliminando quelle dove eravamo entrambi. «Y» ha pianto molto per questo e ciò mi ha dato molto dolore, ma io eseguo un piano che lui non conosce. Palermo, Natale 1997 Caro ( amico), quest’anno non sento più il Natale, mi è indifferente come tutte le cose, non c’è nulla che riesce a richiamarmi alla vita. I miei preparativi per il suicidio procedono inesorabilmente, sento che questo è il mio destino. L’ho sempre saputo e mai accettato, ma questo destino tragico e là ad aspettarmi con una certosina pazienza che ha dell’incredibile. Non sono riuscito a sottrarmi a questa idea di morte, sento che non posso evitarlo, tanto meno far finta di vivere e progredire per un futuro che non avrò : il mio futuro non sarà altro che la prosecuzione del mio presente. Vivo con la consapevolezza di chi sta per lasciare la vita terrena e ciò non mi fa orrore, anzi ! Non vedo l’ora di porre fine ai miei giorni; penseranno che sia un pazzo perché ho deciso Piazza San Pietro per darmi fuoco mentre potevo farlo anche a Palermo. Spero che capiranno il messaggio che voglio dare : è una forma di protesta contro la Chiesa che demonizza l’omosessualità, demonizzando nel contempo la Natura, perché l’omosessualità è sua figlia. Palermo, 2 gennaio 1998 Caro ( amico), è iniziato un nuovo anno ma non è per me, entro il mese avrò già messo in atto il mio funesto proposito. (...) Mercoledì scorso è stato un bel giorno per me, i preparativi per il cenone di Capodanno mi avevano messo addosso una gran voglia di vivere, ma è durato soltanto una giornata e basta, dopo i pensieri funerei erano ritornati a tenermi compagnia. (...) A volte basta davvero poco per essere felici e altrettanto poco per essere degli infelici. Per me il discorso è diverso, è da quando avevo dieci anni che vivo nel pregiudizio e nell’emarginazione, oramai non riesco più ad accettarlo, la misura è piena. (...) Sarò punito nell’aldilà per il mio gesto, spero nella comprensione e nella giustizia del buon Dio, sono pronto a pagare le conseguenze, dopotutto sono abituato e allenato alla sofferenza. Se avessi avuto qui un paio di amici come te avrei accettato di buon grado la mia vita. Palermo, 4 gennaio 1998 Caro ( amico), sono impaziente di mettermi in viaggio per farla finita a Piazza S. Pietro (...). Il dolore di sentirmi bruciare vivo non mi spaventa più. Soffrirò pochi minuti, poi le endorfine mi aiuteranno a sopportare lo strazio. Paragonato al mio vivere è di gran lunga preferibile, perlomeno durerà pochi minuti. È stupido da parte mia che perseveri a ripetere sempre le stesse cose, ormai ho detto tutto. Tu sai perché sono arrivato a questa soluzione. PER I POSTERI Chiedo scusa al mondo intero per i miei nefandi crimini contro quella natura tanto cara e dissacrata dalla cristianità. Chiedo scusa per essere venuto al mondo, per aver appestato l’aria che voi respirate con il mio venefico respiro, per aver osato di pensare e di agire da uomo, per non aver accettato una diversità che non sentivo, per aver considerato l’omosessualità una sessualità naturale, per essermi sentito uguale agli eterosessuali e secondo a nessuno, per aver ambito diventare uno scrittore, per aver sognato, per aver riso, per aver ucciso mia madre e un’altrettanta persona cara con la soppressione cruenta della mia inutile esistenza. Il mostro se ne va per non recarvi più disturbo e offesa, per non farvi più arrossire e imbarazzare e vergognare con la sua ignobile presenza, per non farvi schifare e voltare le spalle quando lo incontrate per strada. Non permettete che io abbia una illacrimata tomba, che io diventi un appestato anche da morto. Se la benzina non avrà fatto il suo dovere, riducendomi in cenere, crematemi e spargete le mie ceneri nella campagna romana. Vorrei essere utile almeno come concime. Faccio un accorato appello alla vostra comprensione e generosità.Ho vissuto una vita da inferno che quello dei cristiani, a confronto, mi sembra una favola per far addormentare i bambini. L’unica valvola di sfogo erano i miei scritti. Volevo riscattarmi attraverso la narrativa, ma l’editoria non me l’ha permesso, e poi chi segnalerebbe mai un finocchio? Non riuscivo più ad ingannare la mia biologica voglia di vivere, a farmi una ragione della mia emarginazione, della mia sconfinata solitudine. Alfredo Ormando NOTE 1. Le ultime lettere autografe di Alfredo Ormando indirizzate ad un amico di Reggio Emilia, che vuole restare anonimo, non saranno mai spedite per comprensibili motivi di cautela da parte dell’autore, che non volle essere fermato nel suo proposito suicida. Resteranno nel cassetto in quanto scritte per i posteri. Per espressa volontà di Ormando abbiamo dunque raccolto, sia pure in parte, questa eredità per far conoscere, attraverso la pubblicazione frammentaria dei brani scelti da queste missive, le motivazioni scritte, dichiarate di un suicidio così scioccante.